COP 11 Conferenza delle parti sul controllo del tabacco
Antonelli: “Attacco alla libertà d’impresa, seguire modello italiano”
Dopo la Commissione Europea, con la sua proposta di revisione della direttiva fiscale per i prodotti del tabacco e di nuova generazione, improntata al sensibile inasprimento della tassazione non solo del fumo tradizionale ma anche di gran parte dei prodotti alternativi, anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità tenta di sferrare un nuovo duro colpo al comparto.
Lo fa attraverso la COP 11, la Conferenza delle Parti sul Controllo del Tabacco che si terrà a Ginevra dal 17 al 22 novembre di quest’anno.
Nei documenti preparatori per le prossime discussioni si leggono ipotesi di misure surreali tra cui l’abolizione delle sigarette con filtro, la riduzione della gamma dei prodotti e limiti di quote di produzione e vendita anche dei prodotti innovativi, il divieto di tutti gli aromi e gli additivi, la fissazione di soglie di prezzi all’ingrosso, la creazione di un sistema di vendita pianificato statalmente, con imprese del settore che non hanno scopo di lucro, la restrizione alle vendite basate sulla data di nascita, per finire alla drastica riduzione del numero dei rivenditori legali introducendo criteri di allocazione non chiari.
“Queste ipotesi regolatorie sono gravemente lesive non solo della potestà normativa dei singoli Stati dell’Unione sulla definizione dei sistemi di vendita e distribuzione, ma anche della libertà individuale dei cittadini e della libertà d’impresa- commenta il Presidente della Federazione Italiana Tabaccai, Mario Antonelli- Agli esperti COP vorrei ricordare che l’Italia ha un modello distributivo basato su vendite canalizzate in esercizi muniti di concessione statale la cui allocazione nel territorio nazionale non è casuale ma risponde a precisi e stringenti criteri, fissati da leggi e regolamenti che l’Unione Europea e la Corte di Giustizia Europea hanno riconosciuto perfettamente rispondenti alle esigenze di tutela della salute pubblica. Il modello italiano può ben essere portato ad esempio alla conferenza di Ginevra.
“Non vogliamo rischiare la destrutturazione del comparto e del mercato legale a favore del contrabbando, con la scomparsa di centinaia di migliaia di posti di lavoro per iniziative demagogiche prive di ogni fondamento scientifico. Non siamo disposti a farci rinchiudere nelle riserve indiane in attesa di estinguerci, perché siamo concessionari dello Stato, radicati nel tessuto sociale in cui eroghiamo anche servizi di interesse pubblico, che contribuiscono in modo importante alla riscossione delle imposte indirette ed al presidio di un mercato legale di prodotti peculiari. In ballo qui non c’è solo la tutela di categorie economiche, ma direi anche la tutela della sovranità nazionale, che sembra voler essere pian piano smantellata da OMS e Commissione Europea con interventi sempre più invasivi”.
“Perciò – conclude Antonelli - chiediamo al nostro Governo di opporsi con forza a queste iniziative in sede di definizione della posizione europea in vista della Conferenza di Ginevra, sostenendo una filiera virtuosa, che ha intrapreso un cammino di innovazione e sostenibilità verso la riduzione del rischio ed un consumo sempre più consapevole”.


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