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Giocatori consapevoli e informati

cop 35 2023La stragrande maggioranza dei giocatori in Italia agisce in maniera consapevole ed è animata da puro spirito ludico e ricreativo.

Sono anni che cerchiamo di far passare questo concetto, rispondendo così ai detrattori del gioco che, puntualmente, cercano di gettare fango addosso a un mercato che crea occupazione, genera importanti entrate erariali e soddisfa, in primis, una volontà tanto primaria quanto semplice della gente: divertirsi. E se lo ripetiamo da anni è perché, da dietro i banconi delle nostre tabaccherie ricevitorie, conosciamo perfettamente il mercato.

A ripetere questo concetto, però, stavolta non siamo noi, ma è un importante studio nato dalla collaborazione tra la LUISS Business School e IPSOS, leader mondiale nelle ricerche di mercato.

Si tratta del secondo Rapporto sul Mercato del gioco in Italia, presentato il 3 ottobre scorso a Roma, nella biblioteca del Senato della Repubblica: uno studio accurato e preciso, e non poteva che essere altrimenti, vista l’autorevolezza delle due realtà che ne hanno curato la realizzazione.

In realtà, gli spunti di riflessione che emergono, sono tantissimi: basti pensare al ruolo chiave delle aziende di gioco e dei titolari dei punti vendita fisici, soprattutto per quanto concerne la tutela dei giocatori e le azioni di sensibilizzazione sui rischi del gioco illegale. O ancora, si pensi alle somme che, secondo le stime, sarebbero destinate ai circuiti illegali di gioco: 1,9 miliardi di euro. Una cifra da capogiro capace di generare una perdita per l’Erario di oltre un miliardo di euro.

Ma quello che più di ogni altra cosa mi ha colpito leggendo il Rapporto, è appunto, il concetto con cui ho aperto: i giocatori italiani sono in massima parte consapevoli delle proprie abitudini di gioco. Solo il 4%, secondo le rilevazioni, ha scarsissima contezza delle conseguenze del gioco.

Ebbene, questi dati fanno sicuramente a pugni con l’immagine che troppo spesso, negli anni, certi politici (e certi media) hanno dato del giocatore, dipingendolo come uno sprovveduto incapace di intendere e di volere, intento a pratiche sempre malsane e dannose di per sé.

Ora, ragionare sul gioco con approcci demagogici non serve a nulla, se non a generare confusione e, conseguentemente, danni incommensurabili a un settore industriale che ha pari dignità rispetto a qualsiasi altro.

Al contrario, rapporti come quello consegnatoci dalla LUISS Business School e IPSOS devono aiutarci a capire meglio il mondo del gioco. E se questo è importante sempre, lo è specialmente oggi che, con la Legge di Delega per la riforma del sistema fiscale, i lavori per il riordino del settore del gioco sono entrati finalmente nel vivo.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         Mario Antonelli

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